GUIDE DI VIAGGIO / SLOVENIA
Capodistria (Koper): Cosa Vedere & Guida di Viaggio
Guida pratica alla visita di Capodistria: le migliori cose da vedere, posti da visitare nei dintorni, ristoranti da non perdere e altri utili consigli per il viaggio.
Capodistria con il suo grande porto e la sua atmosfera vagamente decadente non è negli itinerari turistici classici. Ma merita una visita per la sua atmosfera autentica, per mangiare o bere qualcosa in tranquillità e per i suoi favolosi dintorni.
Capodistria, Koper in sloveno, è la più grande città costiera della Slovenia ed uno dei porti mercantili più importanti dell’Adriatico: l’antico borgo d’eredità veneziana pare quasi soffocato dall’ingombrante e al contempo affascinante traffico di enormi navi portacontainer, navi da crociera e pescherecci. Tra le sue case scalcinate e la sua atmosfera tranquilla, vagamente decadente, si nascondono le trame di un passato affascinante e di una cultura vivace e variegata, da sempre all’interfaccia tra quella italiana e quella slovena e slava in generale.
Chi visita Capodistria non lo fa per le sue spiagge o per le sue meraviglie architettoniche, piuttosto lo fa per passare del tempo in uno dei borghi più autentici e meno sofisticati della costa slovena, poco toccato dal turismo di massa, ben posizionato per visitare i favolosi paesaggi dell’entroterra istriano, alla scoperta di antiche chiesette medievali, rinomate cantine e villaggi di campagna senza tempo. Non fatevi scoraggiare dalla vista del porto, dei grandi centri commerciali e degli edifici moderni alla periferia di Capodistria, fate un passo avanti e scoprirete un bel borgo, buoni ristoranti di cucina locale e una piacevole atmosfera rilassata.
IN QUESTA GUIDA
CAPODISTRIA (KOPER)
01 – LE MIGLIORI COSE DA VEDERE A CAPODISTRIA
02 – LE MIGLIORI COSE DA VEDERE NEI DINTORNI DI CAPODISTRIA
03 – I MIGLIORI RISTORANTI DI CAPODISTRIA
04 – COME ARRIVARE A CAPODISTRIA
05 – COMPRENDERE CAPODISTRIA: DAL PASSATO VENEZIANO AL PERIODO JUGOSLAVO
LE MIGLIORI COSE DA VEDERE A CAPODISTRIA
Capodistria è da sempre una finestra affacciata sull’Istria, un tempo l’occasione di una rapida gita oltreconfine per dare un’occhiata in quel guazzabuglio variopinto di culture che era la Jugoslavia, ma sempre con una forte impronta meticcia, volta – inevitabilmente – a quel passato e a quelle radici italiane. Il centro storico di Capodistria è un gioiello troppo spesso sottovalutato, abbastanza preservato dal turismo di massa, con un’atmosfera ancora autentica e certamente affascinante, a tratti decadente.
Si visita in poco tempo, un paio d’ore possono bastare per esplorare in tutta calma i suoi vicoli, le vecchie piazzette, i palazzi veneziani testimoni di gloriosi tempi ormai andati. Capodistria era ed è tutt’ora un porto forte, Caput Histriae sottolinea il suo ruolo d’antica capitale dell’Istria, ed una passeggiata nel centro storico è il modo migliore per apprezzare le tracce del suo passato, tra dimore nobili, antiche chiese e un bel lungomare dove passeggiare in tranquillità. Ma il fascino di Capodistria non è tanto nelle cose da vedere, quanto nel vivere la sua quotidianità, la vita che scorre lenta, gustare i sapori nelle sue taverne, mescolarsi tra i locali in mercati e negozi.
UN SEMPLICE ITINERARIO PER LA VISITA DI CAPODISTRIA
Un semplice itinerario per visitare Capodistria potrebbe partire dal porto turistico, sul lato occidentale del centro storico, proseguendo lungo Kidričeva ulica fino a Piazza Tito (Titov trg), un tempo cuore pulsante della città, un vero concentrato di edifici del periodo veneziano. Perdetevi quindi nel labirinto di vicoli circostanti per scoprire antichi monasteri, botteghe artigiane e palazzi nobili, come il seicentesco Palazzo Vissich-Nardi e il Fontico, antico granaio d’epoca veneziana dalla facciata decorata, entrambi in Piazza Brolo, a pochi passi da Piazza Tito.
L’antica chiesetta di San Giacomo, risalente al XIV secolo, oggi ospita la sede della banda di fiati di Capodistria, ma l’edificio più imponente tra le due piazze è la grande Cattedrale dell’Assunta e di San Nazario. Dopo averla visitata proseguite su Čevljarska ulica, il vicolo a sinistra del Palazzo Pretorio, e poi su Župančičeva ulica fino ai margini del centro storico, dove potrete vedere l’antica Fontana Da Ponte, eretta nel XVII secolo da una famiglia nobile locale, e la Porta Muda, risalente ai primi del 1500, l’unica conservata tra le antiche porte della città.
PIAZZA CARPACCIO (CARPACCIO TRG)
Intitolata al celebre pittore veneziano Vittorio Carpaccio, morto a Capodistria nel 1526 e autore di decine d’opere di pregio conservate in alcuni tra i migliori musei del mondo, Piazza Carpaccio è la prima che si incontra camminando dal porto turistico verso Kidričeva ulica, il corso principale del centro storico di Capodistria. La piazza è facilmente riconoscibile per la grande taverna, un edificio simile a un portico, ma che in realtà era un magazzino del sale del XV secolo, quando l’economia di Capodistria era in gran parte legata all’abbondante produzione delle sue saline.
Al centro di Piazza Carpaccio la Colonna di Santa Giustina celebra il contributo della città di Capodistria alla Battaglia di Lepanto del 1571, la più grande battaglia navale della storia moderna, mentre proprio accanto è visibile un antico pozzo di epoca romana, che oggi funge da fontana.
Kidričeva Ulica
Kidričeva ulica è una delle strade principali del centro storico di Capodistria, anche se potreste facilmente restare delusi dalle facciate scalcinate delle case, e dall’aspetto un po’ dismesso, una costante per il borgo di Capodistria. Niente negozi patinati per turisti, ma alcune interessanti dimore dalle facciate colorate, come il settecentesco palazzo barocco Totto ex Gavardo riconoscibile per il leone alato veneziano sulla facciata, unico reperto dell’antico castello veneziano del XIII secolo demolito dagli austriaci nel XIX secolo. Il palazzo è un emblema del declino di Capodistria, ormai da molti anni abbandonato ed in cattive condizioni.
Una passeggiata lungo il viale è sufficiente per dare un’occhiata alle dimore medievali che lo fiancheggiano, alcune con le facciate originali dipinte con motivi geometrici. Uno dei palazzi più grandi ospita l’interessante Museo Regionale di Capodistria (biglietto: 9 €), che vanta una ricca collezione di reperti archeologici, armi e opere d’arte che nel complesso restituiscono un’ampia panoramica sulla storia e la cultura locale.
Lungo Kidričeva ulica ci sono anche alcune vecchie chiese del XVI secolo, tra queste potreste sbirciare da dietro le grate delle finestre gli interni della Chiesa di San Nicola, una chiesetta decadente e suggestiva un tempo frequentata quasi esclusivamente da marinai e mercanti veneziani.
PIAZZA TITO (TITOV TRG), CATTEDRALE DELL’ASSUNTA E PALAZZO PRETORIO
Seguendo Kidričeva ulica arriverete a Piazza Tito, la piazza principale di Capodistria, dominata dalla maestosa Cattedrale dell’Assunta e di San Nazario, le cui origini risalgono addirittura al XII secolo ma successivi rimaneggiamenti – specialmente nel XV e XVIII secolo – l’hanno portata ad assumere l’attuale stile, un misto d’elementi gotici, romanici e barocchi d’epoca veneziana.
Gli interni custodiscono alcune pregiate opere del Carpaccio, come la Sacra Conversazione e la Madonna in trono con Bambino e i Santi, entrambi del 1516. Nell’ultimo è visibile San Nazario che sorregge in mano Capodistria, in quella che è la più antica raffigurazione conosciuta della città. Le cappelle laterali custodiscono altri pregiati dipinti di celebri artisti veneziani, mentre alle spalle dell’altare maggiore è visibile il sarcofago di San Nazario del XIV secolo. Di gran valore anche il tesoro della cattedrale che custodisce oreficeria tardo-medievale in una preziosa cassetta d’avorio del IX secolo.
Il suo campanile alto 54 metri era in origine una torre d’avvistamento del sistema difensivo della città, eretta nel XII secolo in stile romanico e successivamente trasformata in campanile con l’aggiunta di una cuspide nel XVII secolo. Sulla torre è visibile un grande orologio quattrocentesco, mentre sulla cima è conservata la Campana di San Nazario, la più antica della Slovenia, colata a Venezia nel 1333. Si possono salire i 204 gradini che portano sul campanile (biglietto: 5 €), da dove si ha una vista sui tetti della città. Di tanto in tanto la chiesa ospita anche emozionanti concerti d’organo: il suo organo sinfonico a 4 mani è il più grande della Slovenia!
Sulla piazza affaccia anche il Palazzo Pretorio, un tempo sede del governatore veneziano che amministrava l’intera regione. Costruito nel XV secolo in stile gotico veneziano e rinascimentale, è uno dei più bei palazzi di Capodistria ed uno dei pochi edifici veneziani restaurati al loro antico splendore. Sono ancora ben visibili gli stemmi dei podestà veneziani e il leone alato sulla facciata. Cercate anche la bocca di leone che durante il periodo veneziano permetteva ad ogni cittadino di denunciare – anche anonimamente – reati o abusi da parte delle autorità o di altri cittadini.
Oggi il Palazzo Pretorio di Capodistria ospita il municipio e l’ufficio del turismo che organizza visite guidate su appuntamento (biglietto: 5 €). Al suo interno è conservata un’antica farmacia, le sale dove si riunisce il consiglio comunale e la sala delle cerimonie, oggi usata per matrimoni ed eventi.
Di fronte potrete ammirare la bella loggia gotica veneziana, risalente al 1463, che oggi ospita una galleria d’arte ed una caffetteria, mentre appena di fianco alla cattedrale potrete dare un’occhiata alla Rotonda di San Giovanni Battista, un antico battistero romanico del XII secolo. A lato del Palazzo Pretorio c’è invece il grande complesso dell’Armeria, oggi sede dell’Università, e alle sue spalle si trova la Foresteria, una sorta di locanda dei tempi antichi, oggi anch’essa parte dell’Università.
LE MIGLIORI COSE DA VEDERE NEI DINTORNI DI CAPODISTRIA
Da Capodistria si visita agevolmente l’ampia campagna che si estende verso l’entroterra, tra collinette ammantate di vigneti, oliveti e frutteti, antichi villaggi senza tempo, piccoli borghi dalle radici contadine, vecchie fattorie, meravigliose e antiche chiese e alcuni tra i paesaggi più belli e autentici dell’Istria.
Non dovreste perdervi l’opportunità di esplorare l’intera regione nei dintorni di Capodistria, percorrendo in auto, in moto o in bici le tante stradine di campagna, esplorando il meglio della sua enogastronomia che vanta ottimi vini, pregiati tartufi, buon olio ed una cucina rustica e gustosa. Il modo migliore per esplorare i dintorni di Capodistria è in auto e se non state viaggiando con la vostra dovreste pensare di noleggiarne una, oppure di optare per un tour gastronomico con guida locale.
Da Capodistria si raggiungono facilmente alcune tra le più belle attrazioni della Slovenia, come le Grotte di Postumia o le meno conosciute – ma altrettanto belle – Grotte di San Canziano (UNESCO), ma anche il Parco Equestre di Lipizza (Lipica), famoso per i suoi bellissimi cavalli bianchi Lipizzani, che dal 1580 è la più antica scuderia d’Europa nonché una delle più prestigiose scuole d’equitazione, un tempo al servizio di re e imperatori.
Volendo esplorare l’entroterra di Capodistria, potreste seguire la strada verso Sv. Anton e Cristoglie (Hrastovlje), visitare Vanganello e proseguire verso Bresovizza di Gradigne e fino al remoto villaggio di Abitanti. La zona a nord e ad est verso San Quirico (Sočerga), Acquaviva dei Vena (Rakitovec) e Podgorje è invece famosa per i suoi tanti sentieri escursionistici, perfetti per trascorrere qualche giornata passeggiando nella natura.
Volendo si può alloggiare in qualche tipica casa istriana per godersi un bel soggiorno nella tranquillità della campagna, ma è consigliabile prenotare con un certo anticipo, perché specialmente in estate l’entroterra istriano è molto gettonato, sia per la sua natura che per l’enoturismo.
CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ DI CRISTOGLIE (HRASTOVLJE)
Il minuscolo villaggio di Cristoglie (Hrastovlje), 20 chilometri più ad est di Capodistria, custodisce una meravigliosa chiesa fortificata del XII secolo, dedicata alla Santissima Trinità. Adagiata tra collinette e verdi vallate, la chiesetta di Cristoglie è uno dei tanti tabor (chiese fortificate) della zona, testimone eccellente dell’antico culto cristiano nella regione.
Le fortificazioni vennero aggiunte nel XV secolo per proteggere le chiese dai frequenti e distruttivi attacchi degli Ottomani e sono un’interessante caratteristica degli edifici religiosi del periodo sparsi nei Balcani, che in un certo senso finiscono per somigliare più ad un castello che ad una chiesa.
Già la vista dall’esterno è decisamente suggestiva, specialmente in lontananza. La Chiesa della Santissima Trinità di Hrastovlje è tra i migliori esempi dell’architettura romanica in Slovenia ed uno dei tabor meglio preservati in Europa. Non perdete l’occasione di visitarne gli interni (biglietto: 3 €; orario: 9-17; se trovate chiuso cercate il cartello con il numero da chiamare e qualcuno verrà ad aprirvi) caratterizzati da meravigliosi affreschi del XV secolo, tra i quali spicca la celebre Danza Macabra di Giovanni da Castua.
Questa è ritenuta uno degli esempi più pregnanti dell’iconografia medievale e raffigura undici persone – in ordine gerarchico, dal mendicante fino al re e al papa, e tra queste, in coda, perfino un bambino nella culla – accompagnate da altrettanti scheletri che le trasportano nell’aldilà, a simboleggiare l’uguaglianza di tutti di fronte alla morte. Da notare le iscrizioni sulle pareti, nell’antico alfabeto glagolitico, ritenuto il più antico alfabeto slavo conosciuto.
A poca distanza dalla Chiesa della Santissima Trinità di Hrastovlje c’è anche un buon ristorante di cucina tradizionale, il Gostilna Švab, che serve buone specialità istriane preparate con i gustosi prodotti freschi del territorio, pane fatto in casa e gradevole vino locale.
ITINERARI ENOGASTRONOMICI NEI DINTORNI DI CAPODISTRIA
Dopo aver visitato la bella Chiesa della Santissima Trinità di Hrastovlje potreste esplorare la zona montuosa verso il confine con la Croazia, magari spingendovi fino al minuscolo villaggio di Abitanti, un borgo rurale che è rimasto a lungo disabitato e che piano piano sta tornando ad accogliere appassionati di vino e natura, tra le vecchie case in pietra abitate da una decina di persone, il suo vecchio fascino dell’Istria d’altri tempi, tra vigne secolari e prati su cui pascolano bovini Boškarin, la razza autoctona istriana, ormai quasi del tutto scomparsa.
I dintorni offrono molte opportunità per passeggiate nella natura, arrampicata, ciclismo e visite nelle fattorie e nelle tante cantine della zona, celebre per la sua produzione del refošk, un vino dalla storia antica, robusto e dal sapore corposo e tannico.
Tornando verso Capodistria potrete fermarvi per un assaggio della deliziosa cucina locale in uno dei tanti buoni ristoranti della zona. Nel villaggio di Marezige la Vinska Fontana Marezige è un bel posto dove degustare qualche vino locale in tranquillità godendo della bella vista sulla valle, mentre il vicino ristorante Gostilna Karjola serve buone specialità della cucina locale.
Un altro buon indirizzo per assaggiare la gustosa cucina istriana è Gostilna Nimis Vanganel, nel vicino villaggio di Vanganello (Vanganel). A pochi passi c’è il più modesto e verace Gostilna Oljka Vanganel che serve ottima e abbondante cucina casereccia. Provate la specialità del posto: il delizioso ombolo istriano (filetto di maiale avvolto nel pane), il mio preferito è con salsa al tartufo, ma ce ne sono d’ogni tipo!
Chi vuole andare per cantine, potrebbe includere nell’itinerario anche Rojac e Posestvo Santomas a Monte di Capodistria, Vina Markovič lungo la strada per Izola e Vina Bordon a Villa Decani.
I MIGLIORI RISTORANTI DI CAPODISTRIA
Vale la pena prendersela con calma a Capodistria, gustando il buon pesce dell’Adriatico e qualche specialità della cucina istriana. Nel centro storico troverete diversi ristoranti e taverne che servono piatti semplici e gustosi accompagnati dagli ottimi vini della regione, oltre a diversi bar e birrerie frequentati dalla gente del posto, buoni per una serata informale.
A me piace il lato più verace di Capodistria, anche e soprattutto dal punto di vista gastronomico. Per questo i miei indirizzi preferiti sono Fritolin, accanto al grande mercato di Capodistria, a due passi dal lungomare. È un piccolo chiosco che serve ottimo pesce fresco a prezzi modici, principalmente fritto misto di mare, calamari fritti o alla griglia, sarde e porzioni di insalata di polpo e altre specialità locali. Ha anche un paio di tavoli fuori dal locale e spesso una lunga fila: prendete l’ordine, guardate mentre lo friggono, ritirate i piattini e trovate un posto dove gustarlo. Se vi piace la frittura, andateci.
Specialmente al mattino i banchi del mercato sono pieni di primizie contadine e dell’ottimo pescato del giorno e intorno al mercato ci sono diversi fast-food locali per un pasto veloce ed economico. Esperienza spartana e verace anche al Gostilna Istrska Klet Slavček, una delle poche superstiti tra le osterie vecchio stile di Capodistria, che da oltre 30 anni serve cucina casereccia con vini locali serviti direttamente dalla botte. Qualità e servizio direi jugoslavi, ci si va più per l’esperienza. Altri posti popolari tra i locali sono Gostilna Pri Tinetu e il Bar Miramar, buon posto per un aperitivo.
Il miglior ristorante di Capodistria è con ogni probabilità il Capra, dell’ottimo Hotel Grand Koper, di fronte alla marina e ad un passo da Piazza Carpaccio. I prezzi un pochino più alti della media sono giustificati da una location elegante e raffinata, un servizio di qualità ed un menù di specialità creative di pesce e carne che valorizzano i prodotti del territorio, con materie prime a chilometro zero accompagnate da ortaggi di stagione, frutta ed erbe aromatiche coltivate nell’orto di proprietà.
Oltre ai ristoranti di pesce a Capodistria troverete diversi buoni posti che servono ottimo street food balcanico a prezzi modici. Il primo indirizzo è Sarajevo ’84, una catena locale che serve i migliori ćevapčići della zona ed altre specialità balcaniche e che ha due indirizzi in città, uno a due passi dal mercato e l’altro dalla parte opposta del centro storico. Una buona alternativa è Bascarsija Etno Hisa in Piazza Carpaccio, altrimenti fuori dal centro ci sono Roštilj e Restavracija Etno Eden, entrambi piuttosto popolari tra la gente del posto.
COME ARRIVARE A CAPODISTRIA
Capodistria dista appena 10 km dal confine del valico di Rabuiese ed è facilmente raggiungibile da Trieste e da Lubiana. La superstrada H5 la collega al confine italiano e all’autostrada slovena A1 che prosegue verso Postumia e Lubiana. Andando verso sud, la stessa H5 collega Capodistria con le principali città della costa slovena, come Izola, Pirano e Portorose, proseguendo poi verso la costa croata. Da Trieste a Capodistria sono circa 30 minuti di guida, mentre da Capodistria a Lubiana sono circa 80 minuti di guida.
Sulla H5 e sull’A1 è obbligatoria la vignetta. Per evitare l’obbligo di vignetta si può evitare il valico di Rabuiese e seguire la strada provinciale da Muggia a Lazzaretto continuando lungo la costa passando per Ancarano, oppure prendere una delle tante strade secondarie della campagna intorno a Muggia, Cerei e Colombano, dove ci sono alcune vecchie frontiere ora aperte e non presidiate, ma che fino a poche decine d’anni fa erano chiuse a chi sprovvisto di particolari permessi.
ARRIVARE A CAPODISTRIA IN BUS
Ci sono frequenti autobus locali che collegano Capodistria alle principali città della costa slovena. Sono gestiti dalla compagnia Arriva e fermano proprio vicino al mercato su Piranška ulica. Gli autobus per Lubiana, per Trieste, per la Croazia e altre principali destinazioni nazionali ed internazionali, fermano alla stazione degli autobus accanto alla stazione ferroviaria, circa 1,5 km a sud-est del centro storico, su Kolodvorska cesta.
Ci sono economici collegamenti giornalieri in bus diretti da e per Lubiana, Trieste, Venezia e altre città del nord Italia, nonché collegamenti con Zagabria e altre principali città della Croazia e della Bosnia. Potete controllare prezzi e orari sul sito web di FlixBus. La vicina stazione dei bus di Trieste è ben collegata con le principali destinazioni europee.
COMPRENDERE CAPODISTRIA: DAL PASSATO VENEZIANO AL PERIODO JUGOSLAVO
Capodistria è la più grande città costiera della Slovenia e da sempre è uno dei più grandi porti del Nord Adriatico. La sua storia di città portuale ha plasmato interamente la sua esistenza, per questo la sua atmosfera decadente ha sopraffatto rapidamente lo splendore dell’epoca veneziana, quando l’essere un’importante porto era sinonimo di potenza e, di conseguenza, questa veniva espressa anche attraverso la bellezza architettonica.
La sua posizione, così vicina al confine italiano e così a lungo legata alle vicende del nord-est della regione italiana, alla quale geograficamente e storicamente appartiene, ha fatto in modo che Capodistria somigliasse vagamente ad una qualsiasi città costiera italiana nei dintorni, con un paesaggio industriale e qualche eredità d’epoca medievale. La maggior parte del centro storico è risalente infatti al periodo veneziano e quello successivo, a cavallo tra l’appartenenza all’Impero Austriaco e al Regno d’Italia.
Ma c’è qualcosa di più oltre l’attuale tranquilla cittadina portuale: Capodistria è anche una delle più antiche città della Slovenia, un tempo chiamata Aegida dai greci e Capris dai romani che vi fondarono un vivace villaggio portuale. Crebbe notevolmente sotto il dominio bizantino e veneziano diventando capoluogo dell’intera regione con il nome, per l’appunto, di Caput Histriae. All’epoca – tra il XIII e la fine del XVIII secolo – Capodistria era tra le città più prospere della costa adriatica, non solo per i suoi commerci marittimi, ma anche perché in origine il borgo era un’isola circondata da vaste saline, racchiusa tra mura e collegata alla terraferma da un lungo ponte di legno.
Capodistria cessò di essere un’isola solo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando le saline – non più importanti e redditizie come un tempo – vennero chiuse, iniziando una grande opera di bonifica che portò il borgo a riunirsi con la terraferma ed estendersi verso l’entroterra. Oggi laddove c’erano le saline c’è parte dell’abitato moderno ed una vasta zona industriale e commerciale, oltre che l’enorme area del moderno porto mercantile. Restano ancora delle zone umide e paludose che sono l’habitat naturale di oltre 250 specie d’uccelli e di animali e piante rare, oggi protette dalla Riserva naturale di Val Stagnon (Škocjanski Zatok).
La transizione di Capodistria da cittadina di cultura italiana a importante città slovena venne in seguito ai tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale, quando il territorio tra Trieste e Capodistria, così come gran parte dell’Istria, divenne un’area contesa tra Italia e Jugoslavia. Pochi sanno che da queste parti avvenne qualcosa di simile ai fatti di Berlino subito dopo la guerra, quando il territorio venne spartito in diversi settori amministrati dalle potenze vincitrici del conflitto.
In questo caso il Trattato di Parigi aveva previsto la formazione di un nuovo stato indipendente, chiamato Territorio Libero di Trieste, e attraverso successivi accordi si era suddiviso il territorio in due zone d’occupazione, la Zona A (compresa Trieste ) e la Zona B (compresa Capodistria), amministrate prima dagli Alleati e dalla Jugoslavia socialista, poi concesse di fatto rispettivamente all’amministrazione italiana e jugoslava. Solo con il Trattato di Osimo del 1975 la questione giunse a definizione formale, con l’annessione della Zona A e della città di Trieste all’Italia e della Zona B, comprendente Capodistria e gran parte dell’Istria alla Jugoslavia.
I tragici esiti delle persecuzioni a danno degli italiani in Istria portarono la popolazione locale a dover fuggire in fretta dalle proprie case e dalla propria terra natia, che venne rapidamente ripopolata da persone provenienti da tutta la Jugoslavia, in maggioranza sloveni. Il nome venne cambiato in Koper e la città fu per decenni un crocevia tra l’Italia e la Jugoslavia. Data la vicinanza al confine era consuetudine per capodistriani e triestini muoversi da una parte all’altra del confine, il che ha mantenuto in un certo senso viva la natura meticcia del popolo, della cultura e del cibo locale.
CHE LINGUA SI PARLA A CAPODISTRIA?
Capodistria è ufficialmente bilingue: si parla sia sloveno, sia italiano. La sua storia ci permette di comprendere facilmente le radici culturali della popolazione di Capodistria: agli inizi del ‘900 oltre il 92% degli abitanti erano di lingua e cultura italiana, oggi sono solo una piccola minoranza (2-5%) riconosciuta e tutelata dalle leggi slovene. In città troverete segnali stradali e nomi delle vie scritti in sloveno e in italiano, così come entrambe le bandiere sventolano fiere sui palazzi governativi, insieme ormai a quella dell’Unione Europea.
QUALI SONO LE MIGLIORI SPIAGGE DI CAPODISTRIA?
Capodistria è sicuramente apprezzata per il suo porto, per il pesce fresco che arriva giornalmente nei suoi mercati, nelle pescherie e nei ristoranti, per il suo bel lungomare, ma non certo per le sue spiagge. Il borgo è circondato dal porto, mentre i dintorni dell’abitato moderno hanno una chiara impronta jugoslava, per cui le spiagge di Capodistria sono piuttosto deludenti e sono costituite principalmente da piattaforme di cemento e qualche piccola spiaggia di ciottoli. Le migliori spiagge nei dintorni si trovano nella vicina Ancarano (un tempo parte del comune di Capodistria) e proseguendo verso sud, nei dintorni di Izola e Pirano.